Ciao Natalia, ti va di raccontarci chi sei e come hai scoperto il mondo dello yoga della risata?

Ciao mi chiamo Natalia ho 30 anni, vivo a Bologna e al momento mi occupo dell’insegnamento per adulti. Prima di incontrare lo Yoga della risata ero una persona diversa, pessimista, talvolta depressa e con una visione della vita abbastanza negativa.

Alcuni accadimenti tragici del passato, come la perdita di alcune persone importanti nella mia vita, nell’arco di poco tempo, e un’infanzia stravolta dal bipolarismo di mio padre hanno portato infatti diversi strascichi emotivi durante la mia crescita e nella relazione con me stessa che con gli altri.

Finché due anni fa per pura curiosità ho partecipato ad un workshop a Pescara tenuto dalla Master training di Ydr Lara Lucaccioni trovando proprio quello che cercavo: la possibilità di ridere senza essere giudicata e soprattutto “senza motivo”.

Avevo bisogno di leggerezza più che mai, molta leggerezza e spensieratezza e sentivo la necessità forte di dover ridere a “crepa pelle”, di lasciare andare molta tensione. Lo yoga della risata ha realizzato proprio questo.

Da li è iniziato un nuovo capitolo, l’inizio del cambiamento interiore. Oggi non dico di non avere momenti tristi e bui, alti e bassi nella mia vita ci sono e ci saranno ma la risata ha permesso l’inizio di una piccola guarigione interiore che credo continuerà.

Ridere mi rende resiliente e mi calma nei momenti negativi e mi rasserena anche quando intorno le cose non vanno come vorrei. Nelle mie relazioni, ridere ha portato ad una maggiore apertura e fiducia.

 

Sin dall’infanzia ci viene detto che bisogna essere seri e non scherzare… quindi come si spiega la risata?

I bambini ridono spontaneamente senza motivo, loro “ sono risata”, tutti noi lo siamo in tenera età, poi succede che con il crescere riceviamo un incanalamento dei modi e delle azioni in società, in famiglia, a lavoro e la risata viene nascosta, non viene più alimentata dentro di noi fino a scomparire in alcuni casi.

Ci sono persone molto ridenti nella loro vita ma ridere senza motivo è proprio un’altra cosa, è tornare al nostro bambino interiore, mantenerlo in vita, coltivarlo e custodirlo e recuperarlo proprio quando ci sembra che non c’è nulla da ridere.

 

Perché associare lo yoga al ridere? Non basta solamente ridere per essere felici?

In India, dove questa disciplina è nata, e ormai è diffusa ampiamente, è chiamata Laughter Yoga che noi traduciamo come Yoga della Risata. L’attività yogica qui è rappresentata dalla respirazione, dalla concentrazione sul respiro alternata alla risata.

Ridere per dieci minuti, o ancor meglio per venti minuti, tra esercizi di respirazione e risata permette di rinforzare il diaframma, che nella respirazione quotidiana non viene coinvolto e permette di pulire i polmoni, perché ridendo si svuotano maggiormente del volume d’aria residuo che vi rimane.

Yoga perché se vogliamo è una forma di meditazione perché mentre ridiamo in modo prolungato la mente si ferma, pensa solo a ridere e riusciamo dunque ad essere nel “qui e ora” presenti a noi stessi.

La felicità o gioia è legata alla nostra volontà di ridere e questo concetto ritorna nel messaggio di Madan Kataria inventore di questa disciplina “ non rido perché sono felice, ma sono felice perché rido”.

 

Quali sono i benefici che hai riscontrato nella pratica dello Yoga della Risata? Secondo te, può essere un metodo da integrare all’interno delle realtà lavorative?

I benefici del ridere sono diversi: fisici perché agisce sulla chimica degli ormoni; mentali perché ossigena in enorme quantità tutto il corpo e quindi tutte le cellule del nostro corpo; emotivi e relazionali perché il diaframma è la sede del nostro ego e quindi dell’idea di noi con gli altri tende ad ammorbidirsi e a sbloccarsi.

Ridere libera i cosiddetti “ormoni della gioia”, endorfine e serotonina, i primi sono antidolorifici naturali, la serotonina invece è l’ormone del buon umore. Questi ormoni dopo un’ora di Yoga della risata vengono rilasciati in quantità maggiori rispetto a quanto avvenga quotidianamente.

A livello mentale l’ossigeno prodotto porta una sensazione di lucidità e i pensieri si calmano soprattutto durante la meditazione della risata. Questo è ciò che accade su di noi ma ha anche effetti all’esterno, nel rapporto con gli altri.

Condividere la risata non è come condividere le parole, instaura un legame più intimo ed emotivo e quindi può portare benessere nelle relazioni perché si tende ad essere più pacifici e positivi. In un ambiente lavorativo, dove spesso la tensione per gli impegni e lo stress crescono, può quindi agire sul singolo e di rimando sugli altri.

 

Dalla tua esperienza professionale con lo Yoga della Risata, hai riscontrato delle reticenze a scoppiare a ridere da parte degli adulti?

Certamente, ridere è personale e siccome non siamo più abituati a “ridere di pancia” e in molti luoghi che frequentiamo potremmo essere addirittura presi per folli, lo reprimiamo.

All’inizio c’è vergogna e la mente molto potente, fa resistenza, ci rema contro con pensieri del genere: “ ma perché sto ridendo!”, ci giudica.

Ma, con l’esercizio si arriva a sbloccare la risata, la propria risata ed è davvero una vera e propria riscoperta, un ritorno all’infanzia, un ritorno alla positività. Inoltre durante le sessioni la propria risata viene donata e condivisa con gli altri creando uno stimolo e condizionando tutto il gruppo che insieme ridendo libera tanta energia e vitalità.

 

Come funziona lo Yoga della Risata? Quali sono gli esercizi da fare? Bastano le barzellette per ridere?

Le barzellette non ci sono e non vengono usati espedienti per ridere, se non il gioco. Tutti gli esercizi vengono associati ad una risata che seppur sembra finta all’inizio poi diventa naturale e spontanea.

Lo scopo di tutti gli esercizi è quello di ridere anche con cose che non hanno un senso razionale tipo ridere al telefono con un finto amico, mettersi la crema di risata alla mattina, oppure la risata da un metro. Ridere finché non si entra in meditazione, cioè connettersi col proprio respiro e alternare respiro e risate.

 

Si può integrare lo Yoga della Risata ad altre attività sportive?

Certo che sì, 10 minuti di risate corrispondono scientificamente a 20 minuti di vogatore per l’attività cardiaca e ci sono esempi di yoga della risata abbinati alla corsa, oppure si può ridere mentre si va in bicicletta.

Aiuta anche le zone addominali rilassandole e le vie respiratorie; quindi, tutte le attività sportive in cui queste parti sono implicate vanno assolutamente bene perché ridendo si rilassano e si contraggono proprio come nello sport.

 

Lo Yoga della Risata si può considerare una forma di terapia omeopatica?

Più che omeopatica è un’attività aerobica e meditativa insieme.

 

Grazie mille Natalia per aver fatto due chiacchiere con la nostra redazione. Di certo, esistono ancora molte reticenze sul ridere senza alcun motivo; ma, adesso sappiamo quanto possa fare la differenza nella nostra qualità di vita.

E allora una Buona Risata a tutti!